Alfabeto emozionale

Giu 19, 2020 | Emozioni | 0 commenti

Durante i corsi o il counseling, uno dei temi più importanti è la capacità di gestire le emozioni. Nelle relazioni con gli altri, affrontando la realtà e la vita di lavoro, chi non è attrezzato sul piano emozionale fa più fatica e ottiene meno risultati. Molte delle persone che incontro non si accorgono di essere dentro una emozione oppure non sanno definirla, sia che riguardi loro stessi o i loro interlocutori. Non hanno le parole e di conseguenza sono persone meno attrezzate, nonostante siano manager, venditori, capi reparto, addetti all’assistenza tecnica o al front office… tutti ruoli ad alta intensità emotiva.

Sulle emozioni troviamo di tutto e di più, letteratura, siti web. Alcune viste sono a mio parere sbagliate, o poco utili. Senza la pretesa di riscrivere né correggere, ho deciso di compilare un dizionario emozionale… a modo mio. L’idea è che possiate cliccare su una emozione e trovare alcune indicazioni significative, o quanto meno utilizzabili. 

Il punto che vorrei trattare infatti è proprio questo: le emozioni sono un potente alleato, quando sappiamo servircene. Invece di pensare che dovremmo essere totalmente razionali, in particolare sul lavoro, dobbiamo realizzare che ragione ed emozione possono, insieme, renderci più capaci.

Il tuo intelletto può confonderti, ma le tue emozioni non ti mentiranno mai.
Roger Ebert

 

E invece di pensare che alcune emozioni siano positive e altre negative, dobbiamo vederle tutte come funzionali, cioè utili, e tutte dis-funzionali, ovvero ostacolanti, a seconda. La stessa emozione può essere funzionale, mi aiuta ad affrontare qualcosa, o disfunzionale, mi ostacola. Dipende non dall’emozione, ma da quando io sono in grado di riconoscerla e governarla.

Senza emozione, è impossibile trasformare le tenebre in luce e l’apatia in movimento.
Carl Gustav Jung

Governare una emozione non significa cancellarla. Significa invece saperla riconoscere, accorgersi di ciò che si sta provando, e decidere se e come manifestarlo. Governare significa che sono io che ho l’emozione, non l’emozione che ha me.

Per riconoscere le proprie emozioni servono innanzitutto due cose: ascolto di sé e conoscenza della propria educazione emotiva.

L’ascolto di sé riguarda innanzitutto essere in contatto con il proprio corpo, che manda segnali, e attenti al proprio io interiore. Richiede la pazienza di soffermarsi su ciò che si sta provando per prenderlo in carico e dargli un nome. Disporre di parole più precise per nominare le proprie emozioni è alla base di questo “dizionario”.

La conoscenza della propria educazione emotiva riguarda l’aver chiaro come siamo stati educati, in merito alle emozioni. Come siamo cresciuti, se nella nostra famiglia le emozioni erano permesse o no, e quali, quali esempi abbiamo avuto in questo campo e quali modelli ci sono stati proposti. Sapendo questo siamo in grado di individuare che cosa ci è utile reimparare, o rieducare.

Alla fine, sono arrivata a 84 parole. Non pretendo che siano tutte, né tutte giuste e qualcuna l’ho messa per gioco. Molti sono i sinonimi, molte emozioni indicano una variazione di intensità (ad esempio timore è una paura lieve), quindi nella parte di indicazioni troverete spesso rimandi all’emozione base. Le quattro emozioni che in Analisi Transazionale consideriamo base sono segnate in grassetto e sono, come in una famiglia, i capostipiti con cui tutti gli altri sono imparentati, da vicino o alla lontana. Le parole in MAIUSCOLO non sono emozioni, ma sono termini comunque a mio parere rilevanti. Infine, ho inserito le definizioni del dizionario di Google per richiamare il significato comune della parola e averlo lì a portata di mano. Buona consultazione!

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