
Ieri si parlava di leadership, di come la riconosciamo. Da chi vogliamo farci guidare sui sentieri impervi della vita di lavoro. Volevamo capire quali persone riteniamo credibili, degne di fiducia. E nel discorso c’era la metafora della cordata, del capofila e degli altri che seguono, tutti legati tra loro, tutti che cercano di armonizzare il ritmo e dosare le risorse, per un obiettivo irto di pericoli e lontano. Al capocordata ci si affida. Gli chiediamo di indicare la direzione e prendere le decisioni di livello, di sostenere e motivare quando il cammino si fa tosto.
E così parlando delle caratteristiche del leader, a uno dei giovani manager è venuto da dire… ma questo è il dottor House! Perché in effetti lo scomodo personaggio della celeberrima serie un certo carisma ce l’ha. Ma, c’è un ma.. Su cosa basa la sua leadership l’antipatico dottore? Secondo me sostanzialmente sulla sua sconfinata conoscenza, sulla sua speciale abilità nell’azzeccare la diagnosi impossibile. In sostanza, dottor House è un super tecnico, geniale, espertissimo. Ma quanto a qualità umane? Più che creare una relazione di fiducia, lui sfida, a volte umilia, sfrutta le persone del suo team.
La competenza tecnica è una via facile per diventare il punto di riferimento di un team di lavoro, ma poi si rivela spesso una trappola. Non posso permettere che qualcuno sia più bravo di me, perchè se no perdo la leadership. E molti, ingenuamente, in questa trappola ci cadono.
Quindi ho chiesto: tu ci andresti in cordata col Dottor House? Questa domanda me la segno, ha risposto il giovane manager.
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