Di questi tempi, la parola condivisione è usatissima, ormai logora. Ora richiama far girare post sui social, ma il suo significato base sarebbe più legato a stare nello stesso luogo nello stesso momento, vivendo insieme qualcosa.
Di questi tempi, la metafora sportiva per parlare di lavoro e azienda è parecchio usurata, squadra, coach, partita, campionato, arbitro, spogliatoio eccetera. Il significato base però, al di là della retorica, sarebbe che anche lo sport a certi livelli è un lavoro, e magari anche nel lavoro possiamo trovarci un po’ di avventura sportiva, di gusto.
Quando è stata l’ultima volta che ti sei allenato con qualcuno? Magari ieri, magari anni fa. Non sto parlando della gara, ma della preparazione, insieme agli altri. Questa parte della metafora mi pare ancora da acquisire appieno, applicata al lavoro. L’allenamento: facce, luoghi e azioni famigliari, mix di fatica, ripetitività ed esplorazione. L’allenamento che richiede costanza, cura, un bel po’ di determinazione, non c’è l’adrenalina della competizione a sostenerci. E perciò richiede divertimento, passione, altrimenti è solo sofferenza e non ci duriamo. L’allenamento è bello quando si sta bene con gli altri che si allenano con noi, quando abbiamo voglia di incontrarli e di applicarci insieme. Quando ci riserva qualche sorpresa, qualche sfida e scoperta, proprio lì, quel giorno o quella sera che sembravano uguali, il solito.
Quando è stata l’ultima volta che sul lavoro hai condiviso un allenamento? Magari ieri, magari anni fa. In particolare se sei un Responsabile, un Coach, è utile mettere a fuoco questa parte del dirigere. Far vivere questi momenti al gruppo di lavoro, condividere la preparazione, la routine, la famigliarità, e metterci dentro un pizzico di scoperta. Di fatica divertendosi, stando bene.
Come? Già, non è semplice. Occorre creatività e dedizione per rendere bella la solita sera in palestra.
Io e mio figlio. A noi piace arrampicare, lo sapete. La foto è sua.
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