La donna sul treno ha i capelli sciupati e la bocca sempre piegata a lieve disgusto.
Ah ma dobbiamo comprare una guida cartacea, dice con decisione ai suoi compagni di viaggio, che io non vedo. Inquadrata dallo spazio tra i due sedili davanti a me, muove le mani a taglio. Io con internet non mi ci trovo, e poi con tutti quei coglioni che pubblicano di tutto, di tutto! completamente inaffidabili, i-na-ffi-da-bili! Prosegue, le chiacchiere da viaggio proseguono. Quando scendiamo andiamo in pasticceria, dice la sua amica, ok, fa lei, aspetta che guardo su Google dov’è di preciso. Ascolto distrattamente, guardo la pioggia e la pianura a perdita d’occhio. Ma a un certo punto la donna dai capelli sciupati ne dice una che attira la mia attenzione. E Piero?! Ma lo sai che ero certa, certa! che si fosse operato a Ferrara. No, ma dico, da dove l’ho presa questa informazione. Ero sicurissima. Eh, sono completamente inaffidabile. I-na-ffi-da-bile!
E io pensavo. Questo modo di parlare, e pensare, mi da fastidio. Così categorico. Sembra logico, e chi lo utilizza lo fa con una tale naturalezza, come se fossero affermazioni normali, scontate. Chi lo utilizza molto, come la donna sul treno. Un po’ ci caschiamo tutti, è un fatto di frequenza.
Quando pensiamo e parliamo così, diamo voce a un giudice interno, intransigente e generalista. Quello che ha sempre il dito puntato. In Analisi Transazionale si chiama Genitore Normativo Negativo. Restando molto tempo in questa modalità diventiamo dogmatici, determinati a vedere solo il negativo. E il primo bersaglio del giudizio siamo noi stessi.
Certo, una parte ha la sua ragione d’esistere. Basta togliere la generalizzazione. Invece di sempre, basta metterci un a volte. Il nostro pensiero cambia, le nostre parole suonano meglio, cambiano i nostri gesti, il dito puntato indica una direzione invece che un’accusa. E più che altro la nostra visione su noi stessi, sugli altri e sul mondo diventa più realistica ed utile. Lascia spazio alla speranza. Speriamo che almeno la pasticceria le sia piaciuta. Alla donna sul treno, dico. Che per trovarla, la pasticceria, ha comunque usato internet.

0 commenti