Noi

Ott 3, 2020 | Narrazione d'impresa | 1 commento

Noi che partiamo ch’è ancora buio, e conosciamo tutte le sfumature delle albe grigie.

Che sappiamo le autostrade palmo a palmo, tutte le buche e gli autovelox.

Noi che lottiamo con cancelli e sbarre, guardiole e reception, farsi ammettere è difficile, farsi accogliere ancor di più.

Che facciamo inarcare il sopracciglio e arricciare i nasi, basta che diciamo consulente, ecco, aria fritta, fuffa.

Noi che abbiamo fatto dell’aiuto una professione. L’aiuto paritetico che ti fa protagonista, non quello della badante o dell’infermiere.

Noi che ci vestiamo decenti e ci mettiamo la collana giusta, per dirti che per te avremo attenzione e cura. Ma dottoressa, è lei? Noi irriconoscibili nel santo sbrago del weekend.

Che ci spremiamo per superare gli schermi, plexiglas opachi di cui si avvolgono le persone convinte di sapere tutto. Che cerchiamo la parola freccia che centra il bersaglio senza diventare frecciata.

Noi che fino all’ultimo fiato, indietro le spalle che così schiacci il diaframma e non parli chiaro, cerchiamo di dare una mano. Che ci mettiamo anni di studio e studiamo ancora, studiamo sempre. Che ci mettiamo l’esperienza e il cuore. Perché ci teniamo, per passione e ideale, perché  vogliamo essere una goccia limpida in un oceano piuttosto inquinato. E che da quell’incontro, che vogliamo sia il più significativo possibile per te, traiamo un significato noi stessi. Da restituire al prossimo cliente, a cui, inevitabilmente, ci affezioneremo.

A noi.

1 commento

  1. Paola

    Brava simo!

    Rispondi

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