La storia di Sergio, capo reparto da anni, che diventa davvero un team leader
Reparto importante, clima pessimo
Azienda medio grande, il reparto più grande. Molti operai, flusso di materiali, problemi e imprevisti tutti i giorni, da qui esce la maggior parte del fatturato e del margine giornaliero.
“Fino alle tre, quattro del pomeriggio noi dobbiamo andare. Alle volte arrivo alle tre di notte, ci sono quei giorni che non sappiamo dove prendere. Fino a che non è tutto in spedizione non voglio sentir volare una mosca, dopo ci possiamo anche un po’ rilassare, far le pulizie con calma e preparare per il giorno dopo.” Sergio è alto come me, compatto e muscoloso. Mi racconta che è capo reparto da più di dieci anni, è un ex pugile, ex ironman, corre tutti i giorni. Mi squadra con un certo cipiglio, mi faccio l’idea di non essere il primo consulente che incontra.
Sergio è nato in quel reparto, è entrato giovanissimo, l’ha visto crescere, anzi, l’ha fatto crescere fino a diventare il più importante dell’azienda. Mi racconta che i capi prima di lui i ragazzini li umiliavano, o adattarsi o soccombere. “Come li tratto io i miei ragazzi è niente, sì, ogni tanto sono un po’ brusco ma loro lo sanno che lo faccio per il risultato, non ce l’ho mica con loro”. In azienda invece mi dicono che Sergio terrorizza le persone, si sta creando un clima pessimo e se ne sono andate persone che valevano qualcosa.
Ci guardiamo negli occhi
Ci guardiamo negli occhi, io e Sergio. Gli dico che sarò molto diretta con lui, molto esplicita. Risponde che per lui non esiste altro modo di parlarsi e cominciamo.
La nostra strada insieme ci porta a esplorare modi autentici di essere leader e come tirar fuori il meglio dai singoli e dal team. Sergio lotta, vuole essere un capo esigente e non gliene frega niente di essere amato o ammirato. Però capisce che può ampliare il dialogo, coinvolgere. Fa fatica, comunque si mette in discussione e ci prova.
Le cose vanno meglio, poi peggio, poi bene
Migliora, lo dice lui, lo dice l’azienda e anche i suoi. Ogni tanto ne incontro qualcuno nei corridoi, ragazzi che mi confermano, “No, veramente, va meglio.” Poi peggiora di nuovo, Sergio da la colpa al periodo, alla crescita esponenziale, alla disorganizzazione degli altri reparti che lo fa lavorare male. Sempre sotto pressione, sempre sotto stress.
Allora decido di tirare un cazzotto all’ex pugile. Parliamo a fondo di cosa c’è sotto quella disperata voglia di fare il risultato comunque, a qualunque costo. Di come proteggersi meglio e recuperare equilibrio. Sergio fa un altro passo avanti. Delega e ne paga il prezzo ma tiene duro, certo, quello lo sa fare.
Sergio è un ex pugile che ha imparato a non dare cazzotti, o almeno non a casaccio come se fosse sempre all’angolo. Ha imparato dalla vita, dalla vita di lavoro e un po’ anche da me. Soprattutto a non darli a se stesso, a trovare altre strade. Ogni tanto nel reparto il clima è ancora teso, ma recuperano più velocemente, sanno ritornare alla serenità più in fretta. Che mi risulti, non si è più licenziato nessuno.
I CAPI MIGLIORI SONO ESIGENTI sanno sollecitare i progressi, notare i miglioramenti, ringraziare. Sanno chiedere di più, senza esasperare. Tutto questo fa crescere le persone ed i risultati di business.
Molte persone hanno camminato con me sul sentiero per i Team Leader. Diverse di loro mi hanno detto:
“Ho cominciato questo percorso pensando di imparare come gestire i miei collaboratori, e sì, ho avuto diverse indicazioni. Ma più che altro ho rivisto me stesso e ho rimesso in discussione come io mi comporto con loro.”