Mi viene una rabbia… lavica! L’ha definita così una volta una mia cliente.
Io la lava l’ho vista, qualche anno fa. Esplode, volano i massi. Escono gas soffocanti, brucia la gola, il naso, lacrimano gli occhi. Il calore è un muro, anche se intorno c’è la neve. Poi la lava si raffredda, diventa nera. Rocciosa e tagliente.
Lavica, se parliamo di rabbia, di solito fa rima con atavica. Pensiamoci un attimo: che cosa ci fa istantaneamente esplodere? L’arrabbiatura furibonda e inarrestabile. L’ingiustizia? Perdere il controllo delle cose? Sono solo esempi, ciascuno ricerchi il proprio se gli va. E una volta trovato, non è difficile ritrovare l’elastico con qualcosa di antico, analogo e vissuto da piccoli.
Questo tipo di rabbia in genere non è molto utile. Scoppia, bruciante e distruttiva, e basta.
Invece esiste una rabbia fredda. Che ha decantato eventi e parole. Che agisce, ci fa agire in modo determinato e lucido, invece di mollare. È una emozione adulta, radicata nel qui e ora. Chissà forse conserva qualcosa di atavico, ma poco. È attuale. Ecco, questa è costruttiva. Può esserlo. Può farci andare avanti, anziché indietro.
Ora ho un lavoro su un gruppo in conflitto. Vedremo se potrò aiutarli in questo cammino. Per prima cosa, cercheremo di far raffreddare la lava…
Nelle foto Etna 2018
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